Approfondimenti

Studi, riflessioni e progetti della Rete

Social media e odio online: pubblicato un importante studio

Una ricerca pubblicata su Nature il mese scorso e condotta da un team di ricerca dell’Università Sapienza di Roma composto da Michele Avalle, Niccolò Di Marco, Gabriele Etta, Emanuele Sangiorgio, Shayan Alipour, Anita Bonetti, Lorenzo Alvisi, Matteo Cinelli, Walter Quattrociocchi, insieme ad Antonio Scala (CNR – Institute of Complex Systems) e Andrea Baronchelli (City University of London), h...

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Attivismo in Rete

Contrastare i discorsi d’odio grazie all’attivismo in Rete. La storia di quattro studentesse dell’Università di Bologna.

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Ritorno delle destre al potere e razzismo

Il dossier di Lunaria denominato “Il razzismo nell’anno del ritorno delle destre al potere” descrive l’evoluzione del razzismo in Italia e le sue tendenze, a partire dall’analisi di 366 casi di razzismo e discriminazione documentati nel corso del 2022.

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Le parole per dirlo: l’hackathon di “Effetto Farfalla”

Le parole per dirlo: l’hackathon di “Effetto Farfalla” in cui 25 partecipanti, tra studenti dell’Università di Bologna e attivisti della rete delle organizzazioni partner hanno unito le loro energie e le loro idee per lavorare all’ideazione di una campagna social in contrasto ai discorsi d’odio.

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Il progetto “Effetto Farfalla” : un confronto finale con gli studenti

Il progetto “Effetto Farfalla”: un confronto finale con gli studenti. Ultima lezione per il corso Metodi e strumenti per il contrasto alle discriminazioni nell’era digitale afferente al progetto Effetto Farfalla. gli studenti hanno proposto in lavori di gruppo l’analisi di discorsi d’odio online e campagne di informazione e sensibilizzazione in contrasto ai discorsi d’odio. Al confronto finale sui lavori svolti hanno partecipato anche Silvia Brena e Stefania Peca,

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CoNNGI per il progetto “Effetto Farfalla”

Ali Tanveer e SiMohamed Kaabour per il progetto “Effetto Farfalla, cambiamo le parole per cambiare il mondo”: i social media come spazio di narrazione personale ed identitaria delle nuove generazioni italiane

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Identità digitali

Ripensare le relazioni sociali alla luce dell’influenza e delle ricadute che le identità digitali hanno nella vita di tutti i giorni.

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La nuova Mappa dell’Intolleranza 7

Nella Mappa dell’Intolleranza 7 l’odio online si radicalizza. Tra le categorie più colpite, le donne ancora al primo posto, seguite dalle persone con disabilità e dalle persone omosessuali.

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Hate speech, migrazioni e discorso pubblico

La condizione di migrante appartiene da sempre al genere umano. Tutti siamo migranti, lo siamo stati o potremmo esserlo. Questo è il principio che fa da sfondo al contributo Ospitalità mediatica. Le migrazioni nel discorso pubblico.

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Digital Services Act

Può il Digital services act essere uno strumento per contrastare anche l’hate speech? È la domanda a cui la Rete ha cercato di rispondere in questo approfondimento a cura del Gruppo Advocacy e con il contributo di No Hate Speech Movement.

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Un dialogo continuo

Strutturati come un appuntamento periodico, dalla durata contenuta e dalla struttura agile, i Dialoghi in rete si sono rapidamente affermati come strumento di condivisione e di approfondimento.

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Il ritorno delle “parole che feriscono”

Le riflessioni di Federico Faloppa, sui dati emersi dalla Mappa dell’Intolleranza 6.0, evidenziano la radicalizzazione dell’odio verso determinate categorie con un’impennata di “parole che feriscono”.

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L’odio colpisce soprattutto le giornaliste

Le donne saldamente in testa tra le più odiate, le giornaliste sempre con numeri da record. Questo il dato emerso dalla nuova Mappa dell’Intolleranza 6.0, indagine condotta da VoxDiritti e Giulia Giornaliste.

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L’odio verso le comunità ebraiche

L’odio verso le comunità ebraiche non è il solo tema affrontato nel corso del webinar dal titolo Come si combatte il linguaggio d’odio on line. I principi costituzionali in materia di linguaggio d’odio. L’odio verso le comunità ebraiche.

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Come interviene il Ddl Zan? Il webinar di approfondimento

Il DDL ZAN mira a proteggere dai crimini d’odio le persone vittime di reati a causa del loro sesso, genere, identità di genere, orientamento sessuale o disabilità, aggiungendo questi elementi di discriminazioni a quelli già presenti nella normativa nazionale quali razza, etnia, nazionalità e religione.
Scopo del webinar è quello di sollevare, e magari sciogliere, le criticità che possono emergere dall’approvazione del DDL ZAN, ancora in attesa di discussione in Senato, e portare alla luce quelle che sono le fake news, le notizie false che niente hanno a che fare con il testo normativo, riportando la discussione su quello che è il vero tenore della legge, in modo tecnico, sia dal punto di vista linguistico che da quello giuridico.

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Il discorso d’odio (non) è (sempre) a compartimenti stagni

Cosa si intende quando si parla di odio intersezionale? A spiegarlo con grande chiarezza è Barbara Giovanna Bello ̶ membro della nostra Rete docente di Sociologia del diritto, Università Statale di Milano e membro del CRID (Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e Vulnerabilità) dell’Università di Modena e Reggio ̶ in questo articolo pubblicato nel portale “Lingua italiana” di Treccani.

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Progetto Social Hosting Hub

Il progetto Social Hosting Hub punta a creare consapevolezza e conoscenza, promuovendo la navigazione responsabile e le competenze di cittadinanza digitale.

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Il ruolo della media education nel ridurre l’odio online

In un articolo pubblicato sul sito di Treccani, la Dott.ssa Alessandra Vitullo spiega l’importanza della media education e di come attraverso l’educazione digitale si possono fornire ai giovani le giuste competenze per utilizzare i contenuti in rete, individuando fake news e linguaggio di odio.

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L’hate speech, questo sconosciuto

In questo articolo Federico Faloppa introduce le principali questioni che riguardano il discorso d’odio e in particolare quelle relative alla sua difficile definizione.

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Il ruolo delle campagne di informazione nella gestione dei flussi migratori

Nell’articolo del Professore Pierluigi Musarò si discute dei rischi connessi alle campagne di informazione rivolte ai potenziali nuovi migranti e rifugiati, che spesso agiscono come “nuove pratiche di esternalizzazione dei confini”, agendo in modo complementare con altri strumenti e azioni politiche di controllo dei confini.

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