Progetto Yaya: Monitoraggio Profilazione Etnica in Italia

da | Mag 4, 2023 | Approfondimenti

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“Progetto Yaya” è un progetto sulla profilazione etnica o razziale in Italia realizzato dal Coordinamento per Yaya e da Occhioaimedia – Cittadini del Mondo di Ferrara, in collaborazione con l’Università Goldsmiths di Londra.

La scelta di Occhioaimedia di occuparsi della profilazione etnica è stata una conseguenza se non un passo obbligato del percorso che il gruppo ferrarese svolge da anni monitorando i contenuti discriminatori nella stampa. I lavori svolti e i report pubblicati hanno infatti fatto emergere come alcune minoranze etniche siano troppo spesso oggetto di messaggi denigratori e razzisti che incrementano pregiudizi, discorsi e fenomeni d’odio che poi si ripercuotono gravemente nella vita di tutti i giorni delle persone. Nel progetto del 2019 “Sono solo parole”, ad esempio, si rileva come gli articoli con contenuti allarmistici e che propagandano il binomio immigrazione-criminilità, vadano incontro ad un notevole aumento nei periodi di maggiore tensione politica, come quello che ha preceduto le elezioni comunali di Ferrara di quell’anno.

Sempre a Ferrara, inoltre, da anni la zona intorno alla stazione ferroviaria chiamata GAD è al centro di notizie nelle testate locali (e talvolta anche nazionali) per la presunta presenza massiccia di delinquenti, spesso associata a nazionalità straniere. Questo ha portato nel tempo ad una maggiore disposizione di forze dell’ordine nella zona e ad un aumento del controllo documenti, in particolare indirizzato a stranieri e cittadini dalla pelle scura. A questo si aggiunge l’esperienza diretta di diversi membri del gruppo Occhioaimedia di episodi di controllo documenti in situazioni in cui un cittadino non identificabile come straniero non vi sarebbe mai sottoposto.

Il delicato tema dell’ethnic profiling è stato introdotto con un video di interviste del 2019 intitolato “Occhio al profilo etnico”, dove si contrappone la consapevolezza di ragazzi bianchi che non sono soggetti a questo tipo di pratica alle esperienze vissute da ragazzi di diverse origini straniere e con differenti colori della pelle. Il progetto ha poi subito una sospensione temporanea a causa dell’emergenza legata alla pandemia Covid-19. In questo periodo però, il gruppo ha continuato l’attività di monitoraggio dei giornali, rilevando la presenza massiccia di articoli riguardanti controlli per il lockdown, stranieri, zona GAD ed espulsioni, come viene illustrato dettagliatamente nel progetto “Ai tempi di una pandemia nessuno è straniero”.

Il Coordinamento per Yaya e gli elementi chiave del progetto

Il 21 ottobre 2021, Yaya Yafa, un giovane guineano di 22 anni residente a Ferrara, perde la vita in un terribile incidente al suo terzo giorno di lavoro all’Interporto di Bologna. In seguito a questo tragico evento, un gruppo di amici del ragazzo, insieme all’associazione Cittadini del Mondo, costituisce il Coordinamento per Yaya e organizza una manifestazione per onorare il ricordo di Yaya e rendere visibili il dolore e lo sdegno per la drammatica scomparsa. In questa occasione si rinforza la motivazione per un’azione sociale rispetto alle ingiustizie legate a discriminazioni e razializzazione. Inizia quindi una prima raccolta di testimonianze da parte di persone che hanno avuto esperienze, spesso multiple, di profilazione etnica e inizia a prendere forma il successivo progetto che proprio alla memoria di Yaya viene intitolato.

Il progetto attuale, patrocinato dal Goldsmiths College, Università di Londra, che si svilupperà nel periodo tra gennaio e giugno 2023, prevede come primo obiettivo la raccolta e la realizzazione di un archivio di testimonianze che renda tangibile il fenomeno della profilazione razziale in Italia, dove ancora non è raccontata né indagata, al contrario di molti altri Paesi europei. A questo scopo è stato creato un sito web dove poter lasciare la propria testimonianza in forma anonima.

Un altro elemento chiave del progetto è la collaborazione con altre realtà nazionali ed internazionali che si occupano del fenomeno, per lo scambio di conoscenze, esperienze e competenze. In questo ambito si colloca la collaborazione con “Account Hackney”, un gruppo di giovani attivist* londinesi che già da alcuni anni sono impegnat* nella lotta contro la profilazione razziale nella loro zona, Hackney appunto, con gli strumenti della consapevolezza, della ricerca e dell’azione sociale. La collaborazione avverrà tramite occasioni di incontro e confronto sia da remoto, come per la partecipazione di Occhioaimedia alla conferenza di Account “Amplified Voices” tenutasi a Londra il 1° aprile, che in presenza, come i due workshop che avranno luogo uno a Ferrara ed uno a Londra.

In occasione del workshop di Ferrara, che si svolgerà nell’ultimo weekend di aprile, il giorno 28 si terrà, presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università, una conferenza internazionale nella quale interverranno, oltre ad alcuni esponenti del gruppo londinese, anche altri ospiti: Kwanza Musi Dos Santos, Consulente diversity management; Alessandra Annoni, Professoressa Associata di Diritto Internazionale all’Università di Ferrara; Elia De Caro, Difensore Civico, Associazione Antigone; Pap Khouma, giornalista-scrittore. Durante il weekend, insieme agli ospiti del giorno precedente a cui si aggiungeranno Rahel Sereke, attivista della Rete #CambieRai, e il giornalista Adil Mauro e a vari esponenti delle comunità straniere della nostra zona, si discuterà l’istituzione di una linea strategica sulla profilazione etnica-razziale in Italia.

Infine, a partire dalle testimonianze raccolte, dai workshop internazionali e dalle ricerche con la collaborazione di altri esperti, il progetto prevede la creazione di un toolkit per illustrare i risultati del lavoro svolto e le possibili strategie per fronteggiare il fenomeno, inclusa una guida su come comportarsi quando si viene fermati dalla forze dell’ordine, con l’obiettivo di indicare i possibili passi per azioni più sicure e combattere le pratiche discriminatorie.

 

Guarda il video-documentario intitolato “GAD” con le testimonianze di chi vive “il GAD” tutti i giorni.