Un libro in pillole: Molto social troppo dark

da | Nov 22, 2023 | News

molto social

MOLTO SOCIAL TROPPO DARK. Tra hate speech, propaganda, metaverso e intelligenza artificiale: i rischi del Web oggi di Roberto Bortone, 2023, Fefè Editore, 546 pagg., € 25,00

Bortone
Sulla copertina, si legge: “Presso l’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) è impegnato nella tutela delle minoranze, in particolare di quella rom e sinta, e nel contrasto ai fenomeni discriminatori nei media e su Internet. […] Ha contribuito all’adozione del Codice di Condotta europeo per il contrasto ai discorsi d’odio ed alla stesura della Raccomandazione CM/Rec(2022)16 sulla lotta contro l’hate speech, adottata dal Consiglio d’Europa nel 2022”.

Un mezzo nel mezzo
“Da un lato lo scatenarsi ed il perpetuarsi delle varie forme di intolleranza e razzismi che abbiamo imparato ad accomunare sotto la categoria di “odio on-line” (hate speech), dall’altro quello della libertà di espressione, dei suoi confini, delle sue tutele e, soprattutto, delle sue opportunità all’interno della nuova sfera pubblica digitalizzata. Nel mezzo Internet, appunto un “mezzo”, uno strumento”, scrive Bortone.

Algoritmi, non verità
Gli algoritmi di personalizzazione permettono di automatizzare passaggi e renderli verificabili, ma non sono portatori di verità e spesso riflettono le sovrastrutture e gli scopi di chi li ha prodotti. Bortone riporta l’esempio di Google che “decide di eliminare dai risultati del suo motore di ricerca la pornografia ma non, ad esempio, il cospirazionismo antisemita. Sono scelte legittime, non verità scientifiche”.

Cyberpolitica
La cyberpolitica forma e manipola il consenso attraverso l’influenza della Rete. Essa ha la capacità di “disintermediare e saltare un passaggio importante, quello rappresentato dai grandi media tradizionali, per entrare direttamente in contatto con i propri elettori”. Così, le piattaforme sono diventate un mero strumento al servizio di movimenti populisti ed estremisti.

Odio senza ostacoli
“Quel che appare altrettanto certo è che l’hate speech, una volta superate le forche caudine degli algoritmi e delle segnalazioni per violazione delle policy dei social media, è libero di correre impunito su web e social: secondo recenti statistiche, dal 2016 al 2021, nel nostro Paese, l’80% dei procedimenti penali per discorsi d’odio viene archiviato o finisce con l’assoluzione”.

Uno scenario plausibile
In futuro è possibile veder nascere “delle vere e proprie echo-platform del dissenso, come Truth, la piattaforma creata da Donald Trump dopo essere stato “sbattuto fuori” da Twitter nel gennaio 2021. Oppure, tutt’al più, di veder migrare gli odiatori su piattaforme che garantiscono maggiore anonimato come Telegram, ThisCrush o 4Chan”.