Riforma della legge sulla cittadinanza

da | Feb 5, 2023 | Advocacy

Riforma della legge sulla cittadinanza: il Parlamento riconosca i diritti delle persone italiane di fatto, ma ancora discriminate per legge

a cura del Gruppo Advocacy

 

Il 5 febbraio 1992 entrava in vigore la riforma della legge sulla cittadinanza italiana, tutt’ora vigente, incentrata sul principio cardine dello ius sanguinis. L’acquisto della cittadinanza esclusivamente per discendenza è criterio che caratterizza gli Stati con popolazioni a preponderante tendenza emigratoria verso l’estero: caratteristica senz’altro propria dell’Italia fino al secondo dopoguerra del secolo scorso, ma che da tempo ormai appare del tutto scollegata dalla realtà. Il criterio dello ius sanguinis è storicamente e culturalmente importante e indeffettibile, ma non può più essere il solo applicabile, poiché non è sufficiente a riconoscere la realtà composita della società italiana odierna. Così come non è sufficiente a riconoscere il percorso di un cittadino straniero verso la piena inclusione sancito dall’articolo 9 della stessa legge n.91 del 1992.

A distanza di 31 anni da quella legge, chiediamo al Parlamento di affrontare la riforma della normativa, ascoltando e accogliendo le istanze che provengono da tutte le realtà più attente ai cambiamenti sociali, alle politiche di integrazione e all’attuazione completa dei principi di eguaglianza e non discriminazione sanciti dalla nostra Costituzione.

Recentemente, alla Camera sono state depositate diverse proposte di riforma dell’istituto della cittadinanza, una delle quali riprende elementi dal testo unificato arenatosi in Commissione affari costituzionali nel corso della precedente legislatura.

Come Rete Nazionale di contrasto ai discorsi e fenomeni d’odio, insieme al Movimento Italiani senza Cittadinanza, auspichiamo il pronto riavvio del dibattito parlamentare sulla riforma della legge sulla cittadinanza, ormai vecchia di 31 anni. Un passo, questo, fondamentale e urgente che chiediamo alle nostre rappresentanze parlamentari di compiere con responsabilità, dando un riscontro legislativo e istituzionale al cambiamento già avvenuto nella società e nella demografia italiana. Un cambiamento che ha inizio e compimento in particolare nella scuola: luogo di arricchimento e crescita per eccellenza, laboratorio di comunità dove le persone si sentono parte di un ‘noi’ più grande, porta di accesso all’essere cittadine e cittadini di domani.

La riforma del riconoscimento della cittadinanza italiana è un presupposto fondamentale per garantire i diritti inviolabili e i diritti di cittadinanza e colmerebbe un vuoto che i nostri principi Costituzionali non possono più tollerare. L’Italia, infatti, rimane tra i Paesi più arretrati in Europa in materia di cittadinanza. Ed è giunto il tempo di dar voce alla volontà di un’ampia parte della società e, finalmente, un riconoscimento – non solo giuridico – a circa un milione di giovani.

Per tali ragioni, chiediamo al Parlamento un atto di responsabilità e presa di coscienza dei tempi storici in cui ci troviamo, affinché si possa giungere alla calendarizzazione di un testo di riforma il prima possibile, senza ulteriori rinvii, attraverso un confronto tra le parti politiche e con la società civile finalmente franco e privo delle strumentalizzazioni a cui fin troppe volte abbiamo assistito.

Come Rete, intendiamo contribuire al dibattito, in quanto espressione di numerose e qualificate realtà specializzate nella tutela dei diritti e nel contrasto a ogni forma di discriminazione, unitamente al Movimento Italiani senza Cittadinanza.