La Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio ha, da oggi, il suo sito. Il suo nuovo portale, dinamico e in continuo aggiornamento. O, se volete, la sua nuova casa: accessibile, aperta, accogliente. Una casa nella quale possano convivere e si possano incontrare i soggetti che già fanno parte della Rete. Ma in cui possa entrare – questa almeno è l’ambizione – chiunque voglia passarci per dialogare, porre domande e fare proposte, o semplicemente fermarsi per curiosare, leggere, cogliere spunti. Fuor di metafora: chiunque voglia conoscere, approfondire, condividere analisi e questioni sui discorsi d’odio e sui modi per contrastarli. Chiunque voglia costruire, insieme a noi una risposta collettiva a un fenomeno che colpisce gli individui isolandoli.
È una casa spaziosa, innanzitutto. Vi trova posto la pluralità di persone e organizzazioni che da quasi tre anni lavorano alla costruzione e al consolidamento della Rete, e che dal 14 luglio del 2020 – data della presentazione ufficiale – collaborano e si completano sotto lo stesso logo. Una pluralità fatta di soggetti ognuno con la propria identità, la propria specificità, la propria storia (li, anzi ci trovate nella sezione “chi siamo”). Ma capaci di condividere un Protocollo d’intesa, e di darsi un obiettivo e un protagonismo comuni.
È una casa molto colorata, anche. Sia perché non amiamo le polarizzazioni giocate tutte su due tinte forti, sia perché il grigio lo lasciamo a chi vuole spegnere diversità e confronto, a chi vuole ridurre al silenzio chi la pensa diversamente, a chi ha paura di mescolare approcci, metodi, prospettive. E di porsi e porre domande. Siamo una Rete interdisciplinare: ci piace mescolare i colori. E siamo una Rete che osserva, ascolta. O almeno vorremmo imparare a farlo.
È, ancora, una casa con stanze ariose. C’è la stanza degli strumenti, che raccoglie le contronarrazioni, le iniziative di advocacy – per promuovere azioni corali e concrete a difesa dei diritti, come ad esempio il sostegno a una campagna o a un disegno di legge – le linee guida. Utensili, appunto: oggetti utili da prendere e portare con sé, perché a volte basta poco per potersi attivare. C’è la stanza degli approfondimenti: una selezione di ricerche, dati, analisi – condotte dai diversi soggetti di Rete – che possano aiutare a grattare sotto la superficie e i cliché, che servano a comprendere sempre meglio, e sempre di più, i discorsi d’odio e le loro dinamiche. Che non si afferrano, se non si interrogano. C’è, ancora, la stanza delle news: una stanza aperta al mondo, all’attualità, alle tante notizie che pensiamo sia importante segnalare. Sono tutte stanze comunicanti, le nostre stanze: mettono in relazione competenze e bisogni, e – necessariamente – il nostro lavoro con quello degli altri.
È una casa solida, infine, questa casa. Fondata sull’esperienza di tanti soggetti che da anni – nella società civile, nelle istituzioni, nelle professioni, nelle università – cercano di monitorare e studiare i discorsi d’odio per trovare formule e prassi di contrasto, per mobilitare l’attivismo, per informare l’opinione pubblica, per sfidare la cattiva informazione, per tutelare le persone e i loro diritti. Ed è solida come solo le reti sanno essere: a maglie abbastanza larghe per respirare, ed abbastanza strette per sorreggersi. Si regge su tutte e tutti quanti noi. E per questo sarà difficile da abbattere.
Federico Faloppa – Coordinatore della Rete