Alcune studentesse del corso Media e Sicurezza dell’Università di Bologna hanno realizzato la campagna #Dirittoallostudio per i #Detenuti seguendo le linee guida fornite dal Vademecum Università #hatefree e in risposta alla nostra call to action #YOUTHFORCHANGE: semi contro l’odio.
L’obiettivo di Elisabetta Bloise, Nicole Calcagno e Veronica Piva è di mettere in discussione l’idea che i detenuti non siano né riabilitativi né rieducabili dopo i delitti commessi e che, di conseguenza, la loro frequentazione di un corso di laurea sia inutile.
Obiettivi
Il Vademecum propone come primo obiettivo di istituire il Polo Universitario Penitenziario, recuperando edifici dismessi, rendendoli sicuri e sorvegliati. Un’opera di questo tipo ha come vantaggio l’uscita dal carcere e l’avere contatti con la realtà esterna, il che può incrementare il benessere psicologico del detenuto. Gli insegnanti sono tenuti a frequentare il corso di formazione IAD (Insegnamento Ai Detenuti) che consiste in 200 ore retribuite frequentabili online. Uno dei contenuti del corso è l’importanza di una didattica creata ad hoc in base ai tempi di apprendimento, orari e impegni quotidiani di ciascun detenuto.
Il secondo obiettivo si basa sul predisporre un servizio di tutoraggio per detenuti che può essere messo in atto o da un tutor universitario oppure da altri detenuti ex studenti. Questo può rappresentare un’occasione di tirocinio per studenti universitari che provengono da corsi di giurisprudenza, sociologia, antropologia e servizio sociale.
Il terzo punto del Vademecum propone la messa in atto di iniziative e progetti a favore dei carcerati per permetter loro di ambire ad un futuro migliore e ad una rinascita. Si può attuare attraverso laboratori o spettacoli teatrali. Ad esempio, nel carcere di Parma: ogni anno offre la possibilità ai detenuti di portare in scena spettacoli di vario genere, coinvolgendo anche gli studenti universitari.
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