Un focus particolare del progetto “Mappa dell’Intolleranza” nella sua quinta edizione è consistito in un’analisi dell’odio online riferito a profili di giornaliste e giornalisti per evidenziare sia il livello di attacchi subiti, sia il potenziale di intercettazione e catalizzazione dei discorsi d’odio da parte di alcuni professionisti dell’informazione.
In altri termini, quanto vengono colpiti o quanto diventano, seppur inconsapevolmente, vettori di discorsi d’odio i giornalisti più esposti?
Nel periodo marzo – settembre 2020 sono stati presi in esame i profili di una trentina di giornaliste e giornalisti. I tweet maggiormente discriminatori o offensivi sono rivolti o sono risposte ai commenti di giornaliste/i esposti pubblicamente: questo evidenzia la “scelta del bersaglio” in funzione della sua collocazione ed esposizione da un punto di vista culturale e politico.
A livello temporale gli attacchi si sono verificati in prevalenza fra la metà di aprile e il mese di maggio, in piena emergenza coronavirus: un dato che conferma l’andamento tipico dei discorsi d’odio, che si concentrano in periodi di forte stress politico-istituzionale e sociale.