Frase razzista durante Paris Saint-Germain vs. Istanbul Basaksehir

da | Dic 28, 2020 | News

“Il razzismo e le discriminazioni, in ogni forma, non hanno posto nel calcio”, ha dichiarato la Uefa con uno statement che annuncia la nomina di un ispettore etico e disciplinare per condurre un’indagine sugli eventi che hanno portato alla sospensione della partita di Champions Paris Saint-Germain vs. Istanbul Basaksehir dell’8 dicembre 2020.

Erano passati soltanto 13 minuti dal fischio d’inizio del match che vedeva opporsi la squadra francese a quella turca, quando la partita è stata sospesa per le proteste dei giocatori di entrambe le squadre, dopo una frase razzista pronunciata dal quarto uomo, Sebastian Coltescu.
Coltescu, di nazionalità rumena, ha utilizzato l’espressione “quello nero” (“ala negru” in lingua originale) per segnalare all’arbitro, Ovidiu Hațegan, uno degli assistenti della squadra turca, Pierre Webo, che l’arbitro voleva espellere per proteste.

Sentito lo scambio tra il quarto uomo e l’arbitro centrale Webo, ex calciatore camerunese, ha protestato, accusando Coltescu di razzismo. Immediata l’indignazione da parte dei calciatori delle due squadre che sono accorsi per chiedere al quarto uomo e a Hațegan spiegazioni.
“Quando parli di un bianco non dici ‘quel ragazzo bianco’. Perchè dici ‘quel ragazzo nero’?” ha chiesto furioso l’attaccante turco Demba a Coltescu. L’attaccante, che in quel momento si trovava in panchina, è stato anche lui espulso, generando le proteste dei giocatori di entrambi i club. Dopo 8 minuti di trattative, dove sarebbe stato proposto di sostituire Coltescu con il quinto uomo (proposta rifiutata dal team turco), l’arbitro ha deciso di accompagnare giocatori e staff fuori dal campo.

La partita è stata quindi sospesa e nella tarda serata è arrivata la decisione della Uefa di disputare i restanti minuti del match il giorno seguente, con una nuova terna arbitrale. Prima dell’inizio della partita i giocatori di entrambe le squadre si sono uniti per lanciare un forte segnale contro il razzismo, inginocchiandosi a centro campo, con il pugno teso in aria.