La nuova Mappa dell’Intolleranza 7

da | Gen 24, 2023 | Approfondimenti

L’odio online si radicalizza, si fa più intenso, più polarizzato. Tra le categorie più colpite, le donne ancora al primo posto, seguite dalle persone con disabilità e dalle persone omosessuali. È quanto emerso dalla Mappa dell’Intolleranza 7, progetto ideato da Vox – Osservatorio Italiano sui Diritti, in collaborazione con l’Università Statale di Milano, l’Università di Bari Aldo Moro, Sapienza – Università di Roma e IT’STIME dell’Università Cattolica di Milano.

La mappatura dei tweet si è svolta grazie a un software progettato dal Dipartimento di Informatica dell’Università di Bari, una piattaforma di Social Network Analytics & Sentiment Analysis, che utilizza algoritmi di intelligenza artificiale per comprendere la semantica del testo e individuare ed estrarre i contenuti richiesti. Ulteriore fattore di analisi è stato poi il livello di aggressività: il software è stato “istruito” per estrarre i tweet più aggressivi, evidenziandone il livello di virulenza tramite le categorie utilizzate dalla scala MOAS (Modified Overt Aggression Scale).

Da gennaio a ottobre 2022, sono stati estratti 629.151 tweet dei quali 583.067 negativi (il 93% circa vs. 7% positivi), nel 2021 invece sono stati estratti 797.326 tweet dei quali 550.277 negativi (il 69% circa vs. 31% positivi).

I tweet sono stati geolocalizzati, per mostrare le aree dove si concentrano maggiormente questi fenomeni, dando come risultato le ormai note cartine termografiche dell’Italia.

Mappa dell’Intolleranza 7, gli highlights

Nel 2022 al primo posto svettano le donne (43,21%), seguite da persone con disabilità (33,95%), persone omosessuali (8,78%), migranti (7,33%), ebrei (6,58%) e islamici (0,15%). A fronte di un 2021, che vedeva una diversa distribuzione: donne (43,70%,), seguite da islamici (19,57%), persone con disabilità (16,43%), ebrei (7,60%), persone omosessuali (7,09%) e migranti (5,61%). Anche dall’analisi dei dati dei singoli cluster emerge che in tutte le categorie la percentuale di tweet negativi è più alta rispetto alla percentuale di tweet positivi.

Il notevole aumento delle percentuali dei tweet negativi è un elemento significativo: indica una maggiore radicalizzazione dei discorsi d’odio.

Le donne rappresentano un obiettivo di messaggi d’odio che si conferma nel corso degli anni e che a livello geografico è diffuso in tutta Italia, ma con zone a più alta intensità come le città di Bologna, Firenze, Roma e più in generale il centro Italia. Odio che cresce in concomitanza con le notizie di femminicidi e aggressioni

Lo hate speech contro le persone con disabilità si configura come una vera e propria intolleranza, che coinvolge sempre più giovani e sempre più l’ambito scolastico, sconfinando anche in atti di bullismo.

Le persone omosessuali conquistano la terza posizione dopo anni di indifferenza, o quasi, da parte degli odiatori online. Una tendenza, che, dall’approvazione della Legge Cirinnà sulle unioni civili, era ben evidente e che solo nel 2021, con le polemiche sul DDL Zan, ha visto una leggera inversione di tendenza. Confermata, e amplificata nel 2022.

L’antisemitismo è ancora presente, a conferma delle discriminazioni verbali che hanno radici storico – culturali peculiari nel contesto italiano.

Stranieri e migranti rappresentano la categoria sociale con una percentuale più alta di incremento di tweet negativi all’interno del cluster rispetto al 2021, sottolineando la forte attenzione mediatica sugli sbarchi dei migranti e sulla situazione dei profughi provenienti dall’Ucraina.

Ad oggi stiamo dunque assistendo a una verticalizzazione del fenomeno di odio online, per il quale la diffusività iniziale ha lasciato il posto a un modello di dinamiche sociali sempre più incisive e polarizzate. A un allargamento delle possibilità di scelta delle piattaforme social, corrisponde una selettività maggiore di messaggi di esclusione, intolleranza e discriminazione. Inoltre, emerge sempre di più la necessità di educare all’uso dei social network e di ripensare le relazioni fra mass media, piattaforme social e utenti, al fine di prevenire forme sempre più radicali di odio, che possono superare i confini della dimensione online e tradursi in atti concreti.